venerdì 22 maggio 2020

I sedili corazzati


Non ho mai capito perché i sedili erano costruiti in quel modo, cuscini di cordura verde imbottiti con gomma piuma di spessore assurdo e soprattutto piatti come tavole.
I sedili del nostro 205 erano veramente strani, una scatola di lamiera grigia che conteneva dei cuscini.
Il nostro era il 205 e non lo Huey, era fatto in Italia da Italiani, tecnicamente costruito su licenza. Mi è capitato più volte di vedere uno Huey vicino ad un 205, il nostro sembrava più brutto, sgraziato e colorato male, e poi i sedili quei brutti sedili.
Il nostro aveva le chiazze grigio verdi ed era lucido con la pancia grigia, per niente aggressivo.
Lo Huey aveva persino la chiave, in un posto strano ma aveva anche la chiave e poi sembrava proprio cattivo, da guerra, tutto bello verde opaco .

Lo Huey si che aveva dei bei sedili, anzi dei veri seggiolini, corazzati con le piastre sui fianchi e sul pavimento, la seduta in tela traforata, anatomica, insomma sedili professionali.
I nostri avevano le stesse regolazioni di quelli dello Huey, su, giù avanti e indietro, pratici adattabili a tutte le taglie ma davano l’impressione di essere costati di meno e di non essere fatti per andare in guerra. 
Dopo le prime ore di volo ti rendevi conto dei limiti, si i cuscini erano morbidi ma non avendo nessuna forma finivi per starci male e soffrire un po’.
Volare sul 205 è sempre stata una sofferenza, come è sempre un po’ una sofferenza volare con qualsiasi elicottero.  Fai di tutto per sederti bene, distanza ed altezza giusta ma poi in volo sei tutto storto.
Se sei Americano viaggi tutto il tempo con il piede destro dentro di 10 centimetri e se sei Francese?  se sei Francese viaggi con il piede sinistro avanti. Sul 205 sei Americano ovviamente. 
In hovering invece hai 15 centimetri di piede sinistro dentro, per fortuna che ci stai poco tempo. Poi hai la mano sinistra sul collettivo e quella destra sul ciclico per tutto il tempo e quindi alla fine sei seduto asimmetrico come uno che ha male alla sciatica.
Come una che ha male alla sciatica, perché alla fine prima poi questo disturbo ti verrà.  Dopo un po' mi sono anche detto, questi sedili sono fatti male perché tanto prima o poi, per via della posizione, ti verrá qualche male la dietro. E poi dai con il 205 puoi volare solo per 2 ore, quindi che sarà mai se se si seduto storto e con il male là di dietro.

Il bello però veniva d’estate. 
Quando sali su un elicottero tutto verde, parcheggiato su un piazzale di cemento o peggio d’asfalto sotto il sole a picco d’agosto, capisci perché hanno messo il termometro proprio in quel punto del parabrezza. Si perché se stai pilotando e sei molto alto come me, per vedere il termometro devi fare delle strane contorsioni con la testa.  Se invece stai salendo, mano sinistra sul tubo del sedile, mano destra sul montante della cabina l’occhio va sul termometro, comodo e in primo piano.
Perché, perché ommio dio a volte indica anche 70 gradi, ed è importante saperlo prima di sedersi.
Il cordura del sedile bello imbottito era rovente, ed ecco perché eri vestito di tutto punto con la tuta ignifuga, per non scottarti. I primi minuti erano difficili, dovevi fare la messa in moto ma non riuscivi a togliere la mente da quel calore diffuso su tutto la schiena, culo e cosce.
Dopo cinque minuti, sul più bello che dovevi decollare, eri completamente bagnato, con rivoli di sudore che scendevano dall'interno del casco direttamente sugli occhi. Tutto storto sul tuo bel sedile imbottito. Finito il volo avevi sulla schiena della tuta una sindone disegnata con il sale rappreso del sudore tuo e di tutti quelli che, prima di te, avevano condiviso negli anni la tua stessa esperienza.

Un giorno arriva  nella nostra base, temporaneamente, un 205 completamente bianco attrezzato per andare all'estero in una delle tante missioni di pace.
Se il nostro 205 colorato male era poco combattivo quello bianco poi non si poteva proprio guardare.  Anche perché quello bianco era veramente colorato male, non era stato sverniciato completamente ma era  dipinto sopra il verde, qua e là la vernice si staccava e spuntava quella sottostante.
Dato che la missione di pace non era ancora iniziata su quel 205 ci si volava ogni tanto e sorpresa aveva i sedili belli, quelli dello Huey, quelli corazzati anatomici. 
Una delle cose che non capivo era perché, in nostro elicottero da guerra verde aveva i sedili brutti e quello bianco, da missione di pace, aveva i sedili corazzati antiproiettile. In più aveva il navigatore doppler, i tranciacavi, il radar altimetro e la radio HF con la sua antenna lunghissima, tutte cose che diciamo sarebbero servite piú in guerra che in pace.
In pratica era un po più Huey ed un po meno 205, se non fosse per il bianco.
La radio HF era una vera chicca, peccato che nessuno conoscesse le elementari regole della propagazione radio e si ostinavano a parlare con la base da 100 chilometri di distanza, ovviamente senza risultato. 

Le prime missioni con questa nuova macchina erano un po ambite da tutti, ma tutti poi scendevano delusi.
Il navigatore doppler era quasi sempre rotto o non tarato e poi comunque era uno strumento infernale.
Io credo di essere stato uno dei pochi piloti di 205 in grado di usare il navigatore doppler, quando funzionava!
Il radar altimetro alla fine era un bel gadget, ma ormai ci eravamo abituati senza.
I tranciacavi facevano molto fico e sicuramente sarebbero stati molto utili.

E i sedili?
Beh quelli erano proprio belli, ma scoprimmo presto che la tela era durissima, tirata come la pelle di un tamburo e quel male la dietro arrivava già alla prima ora di volo, invece che alla seconda.
Il grande vantaggio era che non facevi piú la sindone. Una volta seduto poi non é che ti sentivi così protetto, ti proteggeva giusto la parte che aveva quel dolore, ironia della sorte.
Davanti non avevi nessuna protezione, eri seduto in pratica su un balcone che viaggiava a 90 Nodi.

 La prima missione di eli-trasporto in montagna con il biancone, così lo chiamavo io, rimasi sorpreso, durante il calcolo delle prestazioni, mi resi conto che poteva portare 200 kg in meno dei nostri, insomma una vera fregatura.
In pratica ti portavi dietro un fracco di zavorra inutile, l’unica cosa utile erano i tranciacavi.

 Quasi 10 anni dopo mi ritrovai a Sarajevo, in una missione di pace, a volare con dei 205 che sembravano dei veri Huey.
Vernice verde opaca, con scritte nere, sedili corazzati, tranciacavo, navigatore doppler, IFF, radio HF, tutti preparati per il volo NVG. 

Però senza la chiave.

Alla fine erano sempre i nostri vecchi 205, alcuni erano stati anche bianchi, erano stati riverniciati e gli avevano montato un po di accessori inutili. Nel frattempo erano passati decenni dalla loro costruzione e ci eravamo ridotti a navigare con un GPS privato attaccato alla gamba e a chiamare la base con il cellulare.
Il navigatore doppler spento e la radio HF pure, perché a 100 km dalla base non c'è propagazione radio che tenga.

Seduti su un sedile corazzato affacciati ad un balcone che viaggia a 90 Nodi, sperando che nessuno ci spari.

Autore Paolo Mattiolo


AB205 Sarajevo
AB205 Sarajevo


2 commenti:

  1. Bel racconto....mi hai fatto ricordare del garmin, non ricordo la sigla, che comprammo via internet in America perché dovevamo partire per Sarajevo �� che ricordi. A proposito c’e l’ho ancora il garmin....devo riaccenderlo per farlo svegliare ������. Comunque pensa nel 2020 mentre la maggior parte dei reparti vola con mezzi tecnologicamente avanzati e digitali...noi siamo rimasti sull’analogico...mi considero un pilota fa museo e bisogna aspettare ancora due tre anni prima di poter “ vedere” Aw 169...perché ho come l’impressione che lo guarderò da lontano invidiando positivamente i giovani colleghi che ci voleranno e potranno godere di tutta la tecnologia...penso che a quel tempo mi troverai Dentro al museo con il 205 ��������

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    1. Si chiama Garmin 12, ma temo che la batteria di backup sia andata e quindi ci mette tantissimo a partire. Pensa che il mio é finito negli stati uniti, venduto su ebay

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